I media multiculturali in Italia sono un fenomeno non tanto recente, ma quasi sconosciuto al grande pubblico. Non tanto recente poichè la vita media delle testate che ne fanno parte supera i dieci anni e sconosciuto per il limite che s’impone considerando che il pubblico al quale si rivolge è ben definito: lo straniero e la sua comunità.
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Gazeta Ukrainska, il giornale per gli ucraini in Italia. Anno 2010, 2011, 2012, 2013 .
D’altra parte, le etnomedia (le testate etniche) con il loro andamento sempre positivo ed in salita sia per diffusione e numero di copie, stanno suscitando grande interesse non solo come fenomeno socio-culturale, ma anche come settore di successo nei media in Italia tanto da essere considerato come “primavera di una stampa made in cittadini stranieri”.
In essenza gli etnomedia o mediamulticulturali sono un diverso modo di parlare degli immigrati.
Nati proprio dal bisogno di rappresentare la propria comunità di appartenenza in modo più reale e concreto rispetto alla presentazione parziale, distorta o certe volte tendenziosa dai mezzi di comunicazione di massa, sono l’occasione per promuovere l’esempio positivo, il cittadino normale, quello che realmente deve essere un rappresentante della comunità.
Di questo settore, nato in gran parte nei primi anni d’insediamento della comunità straniera in Italia, fanno parte giornali (tradizionali su carta stampata o testate on-line), trasmissioni radiofoniche e televisive prodotte da cittadini stranieri ed italiani assieme che si rivolgono ad un pubblico di cittadini stranieri e non, visto che i media multiculturali utilizzano la lingua (o le lingue) della propria comunità, ma anche l’italiano.
Riguardo ai contenuti, le informazioni pubblicate sono spesso legate ai problemi cruciali della comunità: l’integrazione, le politiche migratorie, le notizie dal proprio paese d’origine ed il dialogo con altre comunità straniere e con gli italiani.
Proprio per le informazioni ed i temi che propongono, queste testate forniscono un inestimabile contributo al processo dell’integrazione. Un processo che non riguarda solo gli stranieri, ma anche gli stessi italiani. L’integrazione, capita come sforzo comune, quindi apertura, accoglienza e non rifiuto, potranno essere le basi di un processo che sicuramente lungo e faticoso, ma non impossibile.
Poichè lo sforzo maggiore spetta agli immigrati, l’informazione e la formazione per mezzo dei media specializzati, diventa un anello importante della catena che regge questo processo. Diventa cruciale, soprattutto per la prima generazione arrivata in Italia in età adulta, il problema dell’identità. Lo straniero arriva con una identità ben definita ed in terra straniera e nella nuova realtà, per assicurarsi la sopravvivenza nasce la necessità di acquisire modi di essere, di vivere, ed usi e costumi diversi. Sono tutti elementi che, se non capiti ed assimilati, diventano un fermo al processo dell’integrazione. Il processo di modificazione dell’identità crea le premesse di apertura, di dialogo, di collaborazione e di integrazione.
Il bisogno delle comunità di questo modo di parlare, diverso e vicino alle loro esigenze è testimoniato anche dal numero di queste pubblicazioni. Oggi si contano circa 150 testate e trasmissioni, una sessantina su carta stampata ed il resto su radio, tv (una trentina) ed internet con giornali on-line e siti di promozione culturale con diffusione su tutto il territorio nazionale, ma con una forte concentrazione al centro dove, secondo le statistiche, si trova circa il 43% del totale.
In questi ambienti, in queste redazioni che producono i media multiculturali, lavorano circa cinquecento addetti, immigrati professionisti, con esperienze acquisite nel loro paese d’origine oppure formatesi professionalmente in Italia, avvalendosi inoltre di molti collaboratori sparsi nel territorio e nel paese d’origine.
Anche se il settore viene considerato come “la primavera” dei media in Italia, la crisi economica che ha coinvolto il paese negli ultimi anni si è fatta sentire soprattutto riguardo alla carta stampata causando la chiusura di alcune testate e l’esplosione delle testate on-line.
Anche se con qualche mutamento, comunque molte testate resistono e rafforzano sempre di più il bisogno di questo tipo d’informazione che sopravvive anche grazie al volontariato.
La crisi che ha coinvolto gli etnomedia ha fatto nascere nel 2000 il gruppo editoriale ” Stranieri in Italia” (stranieriinitalia.it) raccogliendo 21 giornali etnici che parlano in 15 lingue diverse, 15 mensili, 4 quotidiani e 2 bimestrali con circa duecentocinquantamila copie [Etnocomunication, Osservatorio media etnici, 2004]
Tra tutte queste testate, possiamo dire che quelle albanesi sono le più organizzate. I motivi sono tanti: la storia remota e recente dell’immigrazione albanese in Italia, la vicinanza territoriale, gli scambi storici e culturali ed infine il fatto di sentirsi vicini.
Per esperienza diretta di lavoro alla redazione del giornale “l’albanese d’Italia” e sopratutto alla promozione della cultura e dell’arte albanese, posso dire che il contributo dei media etnoculturali è inestimabile, il loro ruolo nell’integrazione e nella formazione della nuova identità degli immigrati è fondamentale e spesso, ma purtroppo, il ruolo non viene riconosciuto in termini di accesso alle frequenze, ai finanziamenti ed alle opportunità di qualificazione professionale anche se, tra l’altro, sono una risorsa sostanziale anche per i media di larga diffusione.
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