La cittadina vesuviana ha, per la prima volta, vissuto due Pasqua, quella cattolica e quella ortodossa, entrambi eventi religiosi, culturali e storici.
Trenta persone hanno accolto l’invito a celebrare la resurrezione con rito ortodosso presso la Chiesa Collegiata S. Maria La Nova. Si sono riunite in preghiera alle 16,30 del 5 maggio, giorno di Pasqua secondo il calendario giuliano, portando alcune di loro cibi e dolci tipici della festività, riposti in un cestino di vimini ornato con uova colorate. Uova, come le bellissime e famose uova ucraine, dette Pysanky, ossia “cose che sono scritte sopra”, realizzate con un processo di tintura fissato con cera, che nella tradizione cristiana entrano a significare la vita, richiamando alla risurrezione di Cristo ed alla vita eterna.
La funzione è stata officiata, in lingua slava, dall’Arciprete Igor Vyzhano, chierico della Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria, mediante letture e melodie di canti, ben armonizzati da un coro di quattro elementi senza accompagnamento musicale, seguiti accoratamente dai fedeli, tra cui rumeni e ucraini. Come tradizione vuole, in conclusione c’è stata la benedizione dei fedeli e dei cestini con abbondanti spruzzi di acqua santa, nonché il dono di ovetti e uova di cioccolata da parte del Sindaco, Carmine Esposito.
“Abbiamo iniziato a dare un segnale vero e non formale di ospitalità e di rispetto verso la nostra comunità di immigrati, che forse per la prima volta – dice il sindaco Carmine Esposito – non si sentiranno più “minoranza” nel loro nuovo paese. Celebrare la Pasqua ortodossa, seppur con un rito breve, ha avuto una forte connotazione di ricerca di integrazione sociale tra gli immigrati stranieri e la cittadinanza locale. Con altri eventi, servizi e manifestazioni pubbliche in programma continueremo a favorire il dialogo tra le nostre differenti culture”.
Alla funzione religiosa, annunciata con manifesti del Comune, hanno partecipato il parroco don Ciccio D’Ascoli, gli assessori Ciro Castaldo e Lucia Barra, il Presidente del C.C. Lello Abete, la consigliera Giustina Maione, il dott. Luigi De Simone, una rappresentanza della P.M. e vari cittadini locali.
E’ il primo evento a favore delle persone immigrate in paese dall’est Europa, organizzato a seguito del recente convegno “ero straniero: accoglienza o diffidenza? comunque una risorsa”, cui parteciparono i consoli della Polonia, dott. Dario Dalverme e dell’Ucraina, dott. Leonid Damaretskyi, al fine di cooperare nell’elaborare idee e progetti a favore di una politica di accoglienza dei circa 500 rumeni, ucraini e polacchi, che risiedono regolarmente e lavorano da anni a Sant’Anastasia e nei paesi del circondario.
“La Pasqua Ortodossa è molto significativa ed importante – dice Mariya T., ucraina – e finalmente anche per noi è stato possibile viverla qui. Mi dispiace che non eravamo tutti presenti, ma molti avevano già partecipato alle Messe mattutine. Certo non è facile seguire tutta la nostra funzione religiosa se non si è abbastanza costanti e motivati, ma se si ha Fede anche non comprendendo la nostra lingua il messaggio arriva. Tutti noi siamo stati contenti dell’iniziativa e speriamo che ci siano altri momenti per socializzare, perché ne sentiamo l’esigenza, essendo lontani dalla nostra terra e dai nostri parenti, e desideriamo integrarci pienamente”.
“Le icone, il canto e la musica – dice Luigi De Simone – fanno parte integrante della liturgia tradizionale del I secolo d.C., funzione religiosa davvero singolare e suggestiva. Tutto ha un significato profondo, soprattutto per il modo in cui si svolge e le emozioni ed il coinvolgimento che c’è stato fanno riflettere molto su quella che è la loro vita spirituale e sociale di oggi, in un paese che sta iniziando un cammino di apertura ed accoglienza”.