Matteo Cazzulani, Responsabile per i Raporti del PD metropolitano milanese con i Partiti democratici e progressisti nel Mondo, ha dichiarato che l’approvazione di una Risoluzione sull’Ucraina, condivisa da tutte le forze politiche al Parlamento Europeo, dimostra la volontà dei cittadini europei di condannare la violazione della democrazia e dei diritti umani perpetrata dal Presidente ucraino, Viktor Yanukovych.
Cazzulani, intervenuto in un evento pubblico sull’Ucraina a Torino, giovedì, 6 Febbraio, ha evidenziato come la Risoluzione, oltre a condannare l’uso della violenza da parte della polizia di regime, che ha già provocato almeno sette morti tra i manifestanti, preveda nei confronti delle Autorità ucraine l’imposizione di sanzioni personali, come il diniego della concessione dei visti Schengen e il congelamento dei conti bancari in Europa, così come richiesto dal Vicepresidente del Parlamento Europeo, Gianni Pittella, e da altri Parlamentari Europei del PD.
“La risoluzione del Parlamento Europeo dice chiaramente che l’unità e l’indipendenza di un’Ucraina libera e democratica è una condizione fondamentale per la stabilità e la prosperità dell’Unione Europea tutta -ha dichiarato Cazzulani- L’Europa fa bene a supportare fino alla fine una risoluzione pacifica della crisi politica, ma deve dare una risposta concreta alla violazione della Democrazia e dei Diritti Umani in un Paese che appartiene alla grande famiglia europea come l’Ucraina”.
FINE
IL FATTO
Nella giornata di venerdì, 29 Novembre, il Presidente dell’Ucraina, Vilktor Yanukovych, ha rinunciato alla firma dell’Accordo di Associazione con l’Unione Europea
Questo documento, che consente l’integrazione di Kyiv nel mercato unico UE, anticipa l’integrazione politica dell’Ucraina in Unione Europea.
La Russia si oppone alla firma dell’Accordo di Associazione perché vuole inglobare l’Ucraina nell’Unione Doganale Eurasiatica: progetto di integrazione sovranazionale varato dalla Mosca per estendere l’egemonia del Cremlino nello spazio ex-sovietico.
L’inglobamento dell’Ucraina nell’Unione Doganale Eurasiatica mette a serio repentaglio la sicurezza energetica ed economica dell’UE, che vedrebbe naufragare la possibilità di rafforzare la propria economia tramite l’integrazione di un Paese dalle enormi potenzialità umane, agricole, industriali come l’Ucraina.
L’Ucraina è il Paese da cui, oggi, transitano i gasdotti che trasportano in Italia il gas dalla Russia -pari al 30% del fabbisogno nazionale. Il controllo di Mosca su Kyiv permetterebbe ai russi il controllo congiunto del carburante e delle infrastrutture che lo trasportano, un fatto che espone l’UE al ricatto energetico di Putin.
Giovedì, 12 Dicembre, il Parlamento Europeo ha approvato una Risoluzione bipartisan che invita le Autorità UE ad abbattere il regime dei visti per gli ucraini, condanna le violenze perpetrate su manifestanti, giornalisti e politici il 9,10 e 11 Dicembre, e si oppone alle ritorsioni commerciali attuate da Putin.
Mercoledì, 18 Dicembre, il Presidente ucraino, Viktor Yanukovych ha firmato con il presidente russo, Vladimir Putin, un accordo per la concessione di un prestito di 15 Miliardi di Dollari USA e uno sconto sul prezzo del gas. L’accordo, de facto, rende l’Ucraina dipendente dalla Russia
Martedì, 24 Dicembre, la giornalista Tetyana Chirnovol è stata picchiata da ignoti per essere tra le principali organizzatrici delle proteste a Kyiv in sostegno dell’Integrazione dell’Ucraina nell’UE.
Sabato, 12 Gennaio, la polizia di regime Berkut ha picchiato e ridotto in rianimazione con un trauma cranico l’ex-Ministro degli Interni Yuri Lutsenko: uno dei principali esponenti del dissenso, già vittima di un caso di giustizia selettiva, da cui è stato liberato solo dopo la pressione politica di UE, USA, NATO, ONU e Canada.
Giovedì, 16 Gennaio, il parlamento ucraino ha approvato una serie di provvedimenti che inaspriscono la libertà di manifestazione, vietano i caroselli con più di cinque auto, riconoscono ONG finanziate da fondi stranieri come “Agenti di Paesi Esteri” ed inaspriscono l’acquisto di carte SIM.
Lunedì, 20 Gennaio, la polizia di regime Berkut ha aperto il fuoco provocando i primi quattro morti, che martedì, 21 Gennaio, sono saliti a sei.
Sabato, 25 Gennaio, il Presidente ucraino Viktor Yanukovych ha proposto di nominare il Leader del partito Batkivshchyna, Arseniy Yatsenyuk, e il Capo del Partito UDAR, Vitaly Klichko, rispettivamente come Premier e Primo Vicepremier. L’opposizione ha accertato l’offerta previa eliminazione delle Leggi Liberticide da parte del Parlamento ucraino.
Martedì, 28 Gennaio, il Parlamento ucraino ha cancellato alcuni degli Articoli delle Leggi Liberticide, ed ha approvato per i detenuti politici un’Amnistia condizionata all’evacuazione del Maydan e degli Uffici Pubblici occupati dai manifestanti, che hanno ritenuto il provvedimento una provocazione.
Sabato, Primo di Febbraio, in occasione della Conferenza per la Sicurezza mondiale di Monaco, il Presidebte del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy, e il segretario di Stato USA, John Kerry, hanno dichiarato che UE ed USA sostengono l’indipendenza dell’Ucraina e la prospettiva di integrazione di Kyiv in Europa.
Giovedì, 6 Febbraio, il Parlamento Europeo ha approvato una Risoluzione condivisa che richiede l’imposizione di sanzioni personali per le Autorità ucraine che sono responsabili della violazione dei diritti umani e della democrazia. Tuttavia, il Commissario Europeo all’Integrazione e all’Allargamento, Stefan Fule, ha dichiarato che l’Unione non intende adottare misure così dure per contrastare le Autorità ucraine.
L’Ufficio Stampa del Responsabile dei rapporti del PD metropolitano milanese per i rapporti con i Partiti democratici e progressisti nel Mondo.
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