“Importante per tutti quelli che hanno votato è che le elezioni siano limpide” – Marianna Soronevych, caporedatrice del “Gazeta ucrainska” il giornale per gli ucraini in Italia
Qual è la pecentuale di ucraini in Italia che ha votato (anche approssimativa)? Perchè?
La più alta affluenza alle urne c’è stata nel 2004, durante la Rivoluzione arancione. Gli ucraini organizzavano i pullman per venire a votare. C’erano lunghissime file per arrivare alle urne. Dall’ora l’entusiasmo degli elettori è notevolmente diminuito. La gente è delusa di ciò che succede nella politica e nell’economia ucraina.
La partecipazione al voto quest’anno è stata moto bassa. Ufficialmente in Italia vivono 127mila cittadini ucraini regolari, ai quali bisogna aggiungere 47 mila persone che hanno fatto la domanda di regolarizzazione a settembre. Poi ci sono i clandestini. Domenica scorsa, tra Roma, Milano e Napoli hanno votato meno di duemila persone.
La bassa affluenza alle urne non stimola i politici in Ucraina a considerare gli ucraini all’estero come loro elettorato, perciò i partiti non si accollano l’onere di rappresentare i loro interessi. Peccato, perché hanno lasciato il Paese almeno cinque milioni di persone e il loro futuro non è regolato giuridicamente: mancano diversi accordi bilaterali, non è chiara la situazione cosa li aspetta dopo essere tornati nella patria.
C’è stata qualche forma di campagna elettorale in Italia?
Fino ad oggi all’estero non si è svolta nessuna campagna preelettorale. Gli ucraini all’estero si appoggiano nella loro scelta alla memoria di quando vivevano ancora in patria, ai consigli dei parenti o all’informazione presa dai giornali per gli ucraini in Italia, come “Gazeta ukrainska” o siti internet. Per scambiarsi opinioni, i navigatori usano il sito indipendente degli ucraini in Italia www.leleky.org
Quali sono le procedure per votare?
Negli scorsi anni, per votare all’estero, gli immigrati ucraini dovevano presentarsi di persona nelle rappresentanze diplomatiche per essere inseriti nel registro consolare e chiedere l’introduzione del loro nome negli elenchi elettorali. Una procedura che li costringeva a fare un secondo viaggio al consolato il giorno delle elezioni.
Quest’anno la Corte costituzionale ucraina ha giudicato incostituzionali alcuni paragrafi della “Legge per le votazioni presidenziali”, tra le quali anche l’obbligo di pre-registrarsi nell’elenco consolare per poter accedere alle urne. Stavolta quindi è possibile registrarsi anche lo stesso giorno delle elezioni.
Purtroppo questa novità è stata comunicata in ritardo dalla Centrale Commissione Elettorale, quando molti avevano già fatto il primo viaggio per registrarsi. Molti altri, scoraggiati dalla burocrazia, preferiscono rinunciare a un diritto costituzionale e sperare che vincerà il loro candidato preferito.
Comunque tutti possono arrivare alle urne soltanto con passaporto ucraino, e un documento che dimostri che vivono o sono in vacanza in Italia.
Secondo lei cosa potrebbe succedere dopo il ballottaggio del 7 febbraio? Quali sono i possibili scenari?
La maggior parte degli ucraini in Italia hanno votato per i candidati pro occidentali Viktor Jushchenko e Julia Tymoshenko. Logicamente al ballottaggio fra Janukovich e Tymoshenko sopporteranno quest’ultima.
Fare le previsioni è difficile, credo che la cosa più importante per tutti quelli che hanno votato è che queste elezioni siano limpide, senza l’ombra di brogli.