La mente del gruppo era un norvegese, il regista dei traffici era uno svedese, ma la base operativa veniva curata da un’insospettabile olimpionica di vela, Larissa Moskalenko che da anni viveva in Sicilia: metteva a disposizione barche e anche un albergo
La tratta dei bambini si snodava tra Tunisia, Marocco, Egitto, Cipro, passando per Ucraina, Russia e Norvegia, ma la base logistica era a Capaci, sul litorale di Palermo. Due i sequestri in Tunisia già ricostruiti, un altro era in preparazione. In quattro, arrestati dai carabinieri del comando provinciale guidati dal colonnello Pierangelo Iannotti, gestivano il traffico di piccoli, che poteva costare fino a 200 mila euro a bambino. Altri due sono già in carcere, un terzo è ricercato. Tra i sette colpiti da un’ordinanza di custodia cautelare c’è anche una ex campionessa olimpionica di vela. Si tratta di Larissa Moskalenko, nata in Ucraina, e residente a Palermo da vent’anni. Era lei la titolare della “Sicily rent boat”, con sede a Carini.
Sette in tutto gli arresti: gli altri accusati sono palermitani, trapanesi e stranieri: la mente del gruppo era un norvegese, il regista dei traffici era uno svedese. Quattro degli indagati sono stati tratti in arresto in Italia mentre per altri tre sono in corso le procedure per la rogatoria internazionale, essendo stati localizzati all’estero. Oltre all’atleta ucraina, sono rimasti coinvolti nell’inchiesta Luigi Cannistraro, 30 anni, Antonino Barazza, 46 anni, di Mazara del Vallo, Sebastiano Calabrese, 38 anni, di Reggio Calabria, mentre i destinatari delle ordinanze da eseguire all’estero con apposita rogatoria sono Per Ake Helgesson, 54 anni, nato a Tysslinge in Svezia, attualmente detenuto in Tunisia; Wenche Elisabeth Andresen, 47 anni, nata a Oslo in Norvegia, e Martin Vage, 40 anni, nato a Orkdal sempre in Norvegia.
All’operazione stanno partecipando anche i carabinieri dei comandi provinciali di Brescia e Trapani. Le indagini sono coordinate dalla Dda di Palermo. I reati contestati sono quelli di associazione a delinquere per tratta di persone, sequestro di persona e sottrazione e trattenimento di minore all’estero.
Il cosiddetto “recupero”, per il quale venivano impiegati anche veterani delle forze speciali, avveniva per minori contesi tra genitori di Paesi diversi, con la pianificazione, organizzazione ed esecuzione di veri e propri sequestri di persona, spesso con l’uso della violenza. I quattro arrestati si sarebbero avvalsi anche dell’appoggio di strutture paramilitari, una ha sede in Norvegia. L’organizzazione preparava delle operazioni nei luoghi dove si trovavano i bambini segnalati dalle famiglie. Per prelevare i bambini in Tunisia utilizzavano un gommone, e poi avveniva l’affidamento. Uno degli arrestati aveva anche un sito dove indicava le modalità dei recuperi spacciandosi per il titolare di una società legale.
Personaggio di spicco della banda era la Moskalenko, velista vincitrice del bronzo a Seul nel 1988. Da anni è imprenditrice nel settore dei charter nautici. Tra le barche che noleggiava c’era pure la Molla2, la barca dei figli dell’ex sindaco di Palermo Diego Cammarata e costata la condanna a tre anni dell’ex primo cittadino per aver fatto lavorare come skipper sull’imbarcazione un operaio della Gesip.
Sarebbero quattro i sequestri accertati, di cui uno solo tentato. Le indagini sono partite dall’incendio di un albergo, l’hotel Portorais di Villagrazia di Carini, appiccato nella notte tra il 28 e il 29 maggio del 2012, di proprietà del compagno della Moskalenko. Dalle conversazioni intercettate, i carabinieri hanno scoperto che la donna, secondo l’accusa, avrebbe fornito “un contributo concreto – mettendo a disposizione le proprie imbarcazioni, gli skipper di fiducia ed altri strumenti logistici – per l’organizzazione e la concreta esecuzione del rapimento e del trasporto clandestino di minori dal Nord Africa verso Paesi europei”.